Bob e skeleton
giovedì 27 marzo 2014
Il mondo del bob piange la morte di Nevio De Zordo

E’ morto Nevio De Zordo, uno dei grandissimi del bob. Il più grande dopo Eugenio Monti. Nato a Cibiana l’11 marzo del 1943, De Zordo fu capace di vincere due medaglie d'oro ai Campionati del mondo (nel due a Lake Placid 1969 con Adriano Frassinelli e nel quattro a Sankt Moritz 1970 con Roberto Zandonella, Mario Armano e Luciano De Paolis) e due medaglie d'argento (nel quattro a Sankt. Moritz 1965 e nel quattro all'Alpe D'Huez 1967). 
Nel 1972 partecipò all'undicesima edizione dei Giochi Olimpici Invernali di Sapporo (Giappone) e guidò il bob azzurro a una stupenda medaglia d'argento nel quattro. Con lui Adriano Frassinelli, Corrado Dal Fabbro e Gianni Bonichon. Si aggiudicò la medaglia d'oro nei campionati Europei di Sankt Moritz del 1964 e fu campione italiano nel quattro nel 1971, finendo complessivamente sul podio in una rassegna tricolore in ben sette occasioni.
Un campione di eccellenza assoluta, figlio di quella Cibiana che nel bob e nel salto tra gli anni Cinquanta e Settanta era una potenza mondiale. 
De Zordo si è spento a Colonia, la città nella quale cominciò a fare le stagioni a fine anni Cinquanta e dove si era poi stabilito avviando dei locali di gelateria e ristorazione. «Era malato da tempo ma fino all’ultimo abbiamo sperato che potesse farcela – spiega Edoardo Pavanello, presidente del Bob club Pieve di Cadore, sodalizio nel quale De Zordo ha percorso tutta la propria carriera -. Siamo tristi, il bob italiano  e mondiale ha perso un pezzo della sua storia».
«Nevio era fortissimo – lo ricorda Corrado Dal Fabbro, argento con lui a Sapporo 1972 e poi direttore tecnico della nazionale italiana -. Mi impressionava soprattutto la sua capacità di concentrazione».
Commozione a Cibiana. E’ quello dello Sci club Cibiana, presieduto da Umberto Olivotti, ed è quella dei tanti amici che Nevio aveva, anche se al suo paese tornava raramente.  
«Impossibile non volergli bene – afferma Osvaldo Da Col, vicino di casa e amico. Nevio era una persona, calma, riflessiva, che nascondeva le sue emozioni. L’ultima volta l’ho visto in ospedale un paio di settimane fa. Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare, a guardare gli aerei che atterravano e decollavano dal vicino aeroporto. Siamo anche riusciti a farlo sorridere per un momento».


Anche il presidente del Comitato Veneto Fisi, Roberto Bortoluzzi, a nome di tutto lo ci regionale si unisce al dolore della famiglia in queste ore di dolore.

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